Geosito della Miniera di asfalto di C.da Tabuna – di Rosario Ruggieri

Nota storica: Le prime cave di estrazione dell’asfalto come materiale da costruzione a Ragusa risalgono al 1767, ma solo nel 1868 inizia il vero sfruttamento. Le miniere del ragusano gestite soprattutto da società straniere, fornirono un’enorme quantità di questo materiale utilizzato
principalmente come pavimentazione stradale. A titolo di esempio, nel 1900 la città di Berlino superava un milione di metri quadrati di pavimentazione stradale in asfalto compresso proveniente in gran parte dal territorio di Ragusa. Dopo l’interruzione durante l’ultima guerra le miniere date in
concessione alle società inglesi Limner e Val de Travres, vennero poste sotto sequestro, le concessioni furono trasferite alla società italiana A.B.C.D. che le restitui nel 1945, dopo lo sbarco in Sicilia degli alleati. Nel bacino di Ragusa la coltivazione mineraria dell’asfalto veniva praticata
principalmente a cielo aperto, anche se non mancavano esempi di coltivazione in gallerie, come nel caso delle miniere Tabuna e Cava Pece.
Il sito si presta allo studio della genesi delle rocce bituminose, alla genesi del petrolio ed all’eventuale riproduzione sintetica di esso. Inoltre offre significativi spunti come esempio di archeologia industriale mineraria e come sito ad alta fruizione turistica nel contesto del barocco Ibleo.
Il sito, sicuramente è stato protagonista come bacino di fornitura delle pietre da costruzione, dopo il terremoto dell’11 gennaio 1693. Tra gli studiosi più prestigiosi che si sono interessati del sito spicca il nome del Dolomieu. Vista la ricchezza di fossili che esso continua a dare (Canis lupus,
Squalodon sp, Ursus arctos, Hippopotamus amphibius, Cervus elaphus, Elepha antiquus melilensis Falc.) è sempre vivo l’interesse allo studio della paleontologia. Di particolare interesse sarebbe, altresì, l’approfondimento dello studio della flora e della fauna del contesto ambientale in cui si
colloca l’areale minerario.

Inquadramento geografico e geologico:
Il sito di c.da Tabuna, ubicato nella Tavoletta IGM Modica (Foglio I SO), occupa un’area di circa 2 km2 a sud-est dell’abitato di Ragusa, longitudine E 14°43’39,79” – latitudine N 36°54’42,15”.
Il suddetto areale si affaccia in sponda orografica destra del Fiume Irminio e si inquadra nel più generale contesto geografico del settore centro-meridionale dell’altopiano Ibleo ragusano delimitato a nord dallo spartiacque settentrionale del bacino del Fiume Irminio e dalle propaggini meridionale del Monte Lauro, ad ovest dalla depressione strutturale della piana Comiso-Vittoria, a sud dal mare Mediterraneo e ad est dalla vallata del Fiume Tellaro.
Il suddetto territorio è caratterizzato da una morfologia blandamente collinare nelle parti sommitali, generalmente pianeggiante nel settore limitrofo alla costa, il tutto dissecato da nord a sud da una rete dendritica di profonde incisioni. Dal punto di vista climatico, la parte submontana dell’altopiano è interessata da un clima mesomediterraneo subumido (Brullo & Spampinato1990).

Per ciò che concerne gli aspetti geologici, l’areale di c.da Tabuna riflette un segmento delle successioni affioranti nel Plateau Ibleo costituite in massima parte da sedimenti carbonatici e carbonatico-marnosi che vanno dal Cretaceo inferiore al Pleistocene. I dati di sottosuolo danno informazioni dirette fino al Trias medio-superiore, raggiunto dal pozzo AGIP Vizzini 1 ad una profondità massima di 6000 metri. Dati geofisici indicano la presenza di un basamento magnetico ad alta suscettività ad una profondità media di 10 Km, nelle zone centrali del plateau. L’alta suscettività suggerisce una costituzione essenzialmente basica del basamento ma non si hanno a
tutt’oggi informazioni dirette né sulle rocce che costituiscono il basamento né sulle successioni sedimentarie sottostanti alle dolomie del Trias medio-superiore. Il sito in particolare è interessato dai livelli inferiori del Membro Irminio della Formazione Ragusa, costituito da calcareniti e calcirusiti bianco-grigiastre o bianco-giallastre di media durezza in banchi di spessore variabile fino a 10 metri, separati da sottili livelli sabbioso-marnosi. Localmente presenta stratificazione incrociata con strutture a spina di pesce o hummochy. Lo spessore massimo in affioramento non supera i 75 metri. Contiene, soprattutto nella parte alta, un hard-ground fosfatifero di spessore da pochi centimetri fino a qualche decimetro, di colore giallo brunastro. Sotto il profilo paleontologico contiene scarse microfaune non determinabili ad eccezione di Miogypsina sp. e Amphystegina sp. e rari echinoidi (Schizaster parkinsoni). L’età è Aquitaniano-Burdigaliano
inferiore. Nell’area di c.da Tabuna e di c.da Streppenosa questi livelli sono stati oggetto di impregnazione bituminosa per risalita di idrocarburi.

Il Geosito:
Descrizione degli eventuali tipi di interesse contestuali a quello geologico (Didattico, Naturalistico, Culturale etc.) dell’area in cui insiste il geosito:
Il sito si inquadra a pieno titolo nel contesto della storia mineraria della Sicilia e quindi dell’Italia. Vedi primati dello zolfo, delle rocce bituminose e del sale nell’ottocento dell’Isola di Sicilia, dell’autarchia per l’Italia nel ventennio fascista. Gli studi sugli aspetti minerari di Ragusa (asfalto e idrocarburi), potrebbero dare interessanti spunti sul contesto culturale che
questo settore sud-orientale della Sicilia ha vissuto e maturato a partire dalla fine dell’800 fino alle ultime fasi di coltivazione che hanno preceduto la progressiva chiusura delle principali attività estrattive.
Da ciò, nell’ambito dell’istituendo geosito, diverrebbe consequenziale la creazione di percorsi didattici, museali e divulgativi sugli aspetti storici, culturali e di archeologia industriale di questo estremo lembo sud-orientale siciliano.

Descrizione del rischio di degrado ed informazioni per la sua tutela (Dati catastali, vincoli esistenti, prescrizioni consigliate). Specificare se, e perché, le informazioni sul sito non devono essere divulgate:
Il sito prima o poi conoscerà la chiusura mineraria per esaurimento delle risorse minerarie stesse e al riguardo si dovrà pensare per tempo anticipo alla destinazione futura delle miniere dismesse quali musei in sotterraneo e delle strutture di superfice, quali risorse per una possibile fruizione turistica.

Bibliografia: L’Asfalto di Mario Spadola 1977; La roccia Asfaltica, I selaci, il Petrolio di Salvatore Tricomi 2004; discorsi sopra l’antica e moderna Ragusa, libreria Paolino 1980; pirriatura e picialuori e ……. Ancione e Varani 2002; notizie ed analisi della pietra pece Della Fonte e Moschini 1884; carta geologica di Caltagirone 1877-82;storia di una miniera testi e foto di Cesare Zipelli e Saro
Distefano 1997; società italiana A.B.C.D. raffinerie olii lubrificanti 1920 circa; i giacimenti di asfalto di Ragusa Ing. Angelo Sabella l’industria mineraria ottobre 1962; i minerali e le rocce sesta e quarta edizione 1981-1986 Ettore Artini; geologia applicata all’ingegneria Ardito Desio
Hoepli terza edizione 2003;squalodon bariensis nel calcare bituminoso miocenico di Ragusa Colacicchi 1960; nuovi vertebrati del calcare bituminoso di Ragusa 1925 Geremia D’Erasmo; gli odontoceti del miocene inferiore in Sicilia 1949 Ramiro Fabiani; resti di mammiferi del
terziario e quaternario di Ragusa in Sicilia Fabiani 1927;tutto squali di Andrea e Antonella Ferrari Mondadori ottobre 2003;la tecnica della pittura ad olio Hoepli 2003;squali la verità sui killer dei mari discovery channel DVD 2001; trattato di geologia Ramiro Fabiani 1952; trattato di geologia Parona 1901-1903; microbiologia del petrolio Ernest Beerstecher jr. Feltrinelli 1963;

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A. Ancione

L’ultimo capitolo della storia di contrada Tabuna è stato scritto da Antonino Ancione e dalla sua famiglia. Messinese di nascita, Ancione inizia la sua storia

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